Il territorio del Comune di Zeri si estende per 73,61 kmq in zona montagnosa nell'alta Lunigiana. Ebbe origine nell'alto Medioevo come centro signorile, composto da una serie di piccoli borghi facenti capo alla pieve di San Lorenzo. Ha raggiunto l'attuale estensione nel 1957, quando la frazione di Arzelato fu staccata e aggregata al comune di Pontremoli. Se i ritrovamenti di tombe risalenti al VI secolo a.C. attestano l'antichità dell'insediamento umano nel territorio di Zeri, la prima testimonianza scritta che ne citi il nome (che in antico era Cerri) è del 774: si tratta di un documento stipulato a Pavia da Carlo Magno con il quale il monastero di San Colombano di Bobbio ottiene alcuni boschi situati sul Monte Croce e sul Monte Lungo.
Nel 1164 l'imperatore Federico i riconobbe su Zeri, contesa fra più pretendenti, i diritti di Obizzo Malaspina, al quale venne però sottratta nel corso del secolo seguente dalla vicina Pontremoli, comune autonomo.
Con quest'ultima Zeri confuse per secoli le proprie vicende, e unico episodio politico di un certo rilievo fu forse la fiera resistenza che appose alle truppe napoleoniche nel 1796. La Restaurazione assegnò Zeri al granducato di Toscana e quando nel 1848, insieme a Pontremoli, venne ceduta al ducato di Parma, la popolazione espresse un forte malcontento.
Dal 1860, anno del plebiscito, Zeri tornò a far parte della regione toscana e divenne comunità autonoma. Nel secondo conflitto mondiale il territorio del comune, duramente provato dalle vessazioni e dai crimini nazifascisti, è stato teatro di numerose imprese di lotta partigiana.
Per la sua posizione geografica marginale e impervia il comune nel passato aveva un'economia essenzialmente autarchica, cosicché si diceva che "Zeri mangia del suo pane e veste del suo pelo": cereali, castagni e allevamento di bestiame erano le sue uniche risorse, alle quali si univano le piccole attività artigianali funzionali alla vita della comunità.
Situato in una zona tuttora ricca di boschi e pascoli, il comune man tiene una certa fisionomia agricola e la selvicoltura e l'alleva mento (in particolare quello ovino, presente con una consistenza pari a oltre un quinto dell'intero patrimonio provinciale) sono ancor oggi risorse economiche non trascurabili. Ad esse si è aggiunto, e si sta progressivamente potenziando, il turismo sia estivo che invernale. Forte è comunque la tendenza all'abbandono e numerosa la manodopera pendolare.
a popolazione del comune ammonta, secondo il censimento del 1991, a 1.563 unità, con una densità di 21 per kmq. Nel passato il numero degli abitanti registrati nel territorio di Zeri è stato di 3.677 nel 1745,3.913 nel 1830,3.531 nel 1881,3.602 nel 1936, 3.710 nel 1951, 2.835 nel 1961, 1.867 nel 1971 e 1.794 nel 1981.